Architettura, Cambiamento climatico, Design, Economia circolare, Efficienza energetica, Innovazione, Rifiuti, sviluppo sostenibile

Nuova Direttiva Europea green: tra efficienza energetica e sostenibilità ambientale

E’ in fase di discussione la nuova Direttiva Europea GREEN EPBD IV, inerente gli indirizzi generali sui criteri di sostenibilità ed efficienza energetica. Questo tema diventa sempre più rilevante e sta contribuendo alla nascita di una nuova coscienza ambientale nelle persone. Il superbonus e il sismabonus hanno sicuramente spinto le persone ad affrontare la tematica e a capire meglio l’importanza di edifici con determinate caratteristiche. La normativa va in quella direzione, e saranno sempre di più le persone che prediligeranno una casa efficiente dal punto di vista energetico e sismico.

Parlare di efficienza energetica richiama il concetto di “sviluppo sostenibile”, ovvero al cercare di soddisfare i bisogni delle generazioni future e non solo a quelle presenti. La sostenibilità è realmente ambientale, sociale ed economica. Solo se riusciamo a costruire un edificio mettendo insieme questi tre fattori stiamo facendo qualcosa di realmente sostenibile. Lo sviluppo sostenibile richiama l’Agenda 2030, che richiama 17 obiettivi da raggiungere nei vari Paesi del mondo, pensando ad uno sviluppo sostenibile a tutto tondo. Il tema dell’energia pulita e accessibile riguarda in particolare l’obiettivo 17, che punta ad un incremento delle fonti di energia rinnovabili e dell’efficienza energetica.

La Nuova Direttiva Europea del 2020 ha come obiettivo il rinnovamento energetico, con un incremento di circa 160.000 posti di lavoro in edilizia. La sigla EPBD sta per “Energy Performance Building” e risale al 2002: le Direttive Europee 2002/91/CE, 2010/31/CE, 2018/44/UE sono state recepite negli anni creando leggi nazionali sul tema.

La recente EPBD IV (nota come Direttiva Case Green) è in fase di discussione e non è ancora stata pubblicata in G.U. Il documento ufficiale riporta alcuni dati importanti: il 75% degli edifici dell’Unione Europea è inefficiente. L’efficienza energetica pertanto dovrebbe essere un punto fondamentale al centro della politica. La Direttiva UE impone edifici a zero emissioni, non più a “emissioni quasi 0” entro il 2050.

Il documento europeo introduce un “passaporto di ristrutturazione” che pianifica gli interventi di ristrutturazione dal punto di vista energetico pianificando nel tempo l’esecuzione degli stessi, con la possibilità di creare molto lavoro per tutti gli operatori nel settore edile.

Compare anche una nuova visione dell’Attestato di Prestazione Energetica (APE) entro fine 2025. Si va dunque verso l’eliminazione delle classi F e G: si potrebbe parlare di circa 1,4-1,8 milioni di edifici da riqualificare. Il quadro è pertanto molto complesso e per questo è in fase di discussione: in dicembre probabilmente ci sarà una revisione.

Il concetto di sostenibilità sarà dunque più ampio e non solo legato all’efficienza energetica: occorrerà anche una visione ambientalmente compatibile, che prevede la riduzione dei rifiuti e il miglioramento della qualità dell’aria, in linea con l’Agenda 2030 (obiettivi 11 e 12), nonchè una gestione ecocompatibile dei rifiuti e degli appalti.

Occorre pertanto puntare in edilizia su prodotti ecocompatibili, che siano in grado di dare anche qualità acustica e termica agli edifici. L’analisi ambientale dell’edificio infatti riguarda l’intero ciclo di vita di un edificio e valuta il potenziale di riscaldamento globale (GWB) di un immobile nella sua intera vita.

In questo quadro si identificano i CAM (Criteri Ambientali Minimi), introdotti come obbligatori nell’ambito degli interventi di efficientamento energetico eseguiti con il superbonus 110%. Esistono CAM che riguardano i quartieri, gli edifici, i singoli materiali e il cantiere. Per alcuni materiali isolanti in particolare è necessario verificare che siano composti da una certa percentuale di materiale riciclato (con certificazione idonea).

Se vuoi approfondire il tema dell’efficienza energetica, puoi dare un’occhiata al sito di Feltrinelli cliccando qui

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Architettura, Arredamento, Design, Innovazione

Pareti vetrate per arredare lo spazio

Spesso eliminare delle pareti consente di creare un open space luminoso e ampio che dà ariosità e modernità alla casa. Tuttavia può essere necessario mantenere una certa separazione degli ambienti per la diffusione di odori e di rumori. Pertanto si può pensare all’utilizzo di pareti scorrevoli vetrati come divisori. Questo consente di separare momentaneamente i locali senza rinunciare al passaggio della luce ed alla percezione visiva di ariosità, ripristinando l’open space quando necessario.

Esistono in commercio vari tipi di pareti vetrate, per ogni fascia di prezzo: alta, media e bassa.

E’ possibile pensare per esempio a porte in stile industrial chic, essenziali e minimaliste, oppure a una soluzione tutto vetro dove è minimizzata la presenza dei telai intorno al vetro, oppure a vetri opachi o serigrafati più o meno decorati: la scelta dipende dallo stile della casa che state arredando, che deve essere sempre coerente e definito.

Le pareti divisorie vetrate possono avere una componente fissa oppure essere totalmente mobili. Il vetro è un materiale riciclabile e naturale, che può essere abbinato anche a componenti metalliche o al legno, anch’essi riciclabili. Questa soluzione va molto bene sia per destinazioni d’uso residenziali sia per uffici. Nel caso degli uffici, inoltre, le pareti divisorie possono essere abbinate ad un significato metaforico particolare del brand: trasparenza, chiarezza, limpidezza.

In alternativa alle pareti vetrate è possibile prevedere una soluzione divisoria tra i locali con altri elementi di arredo: armadi, tavoli, illuminazione, ecc.

Se vuoi una consulenza su come arredare o progettare la tua casa contattami via mail all’indirizzo vivattiva@gmail.com.

Sul sito di Feltrinelli, cliccando qui, trovi molti libri che parlano del vetro e di come utilizzarlo al meglio negli interni.

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Efficienza energetica, Innovazione, Mobilità sostenibile, Rinnovabili

Bonus 80% per colonnine di ricarica per auto elettriche acquistate nel 2022

A partire dal 19 ottobre e fino al 2 novembre 2023 è possibile chiedere un contributo dell’80% per colonnine di ricarica per auto elettriche acquistate nel 2022, se le spese sono state sostenute tra il 4 ottobre 2022 e il 31 dicembre 2022.

Per le installazioni effettuate nel 2023 il Ministero delle Imprese e del Made in Italy comunicherà i termini per l’apertura e la chiusura delle domande. Sono a disposizione circa 80 milioni di euro per il 2022 e il 2023.

Il contributo è pari all’80% del totale tra acquisto e posa in opera, nel limite massimo di 1500 euro a persona e 8000 euro in caso di parti comuni condominiali. Rientrano anche la spesa per i collegamenti elettrici e di progettazione.

Per il 2023 verrà concesso un bonus per le spese sostenute dal 1° gennaio 2023 al 31 dicembre 2023.

Se vuoi approfondire di più il tema delle auto elettriche puoi trovare numerosi testi sul sito di Feltrinelli: cliccando qui avrai una gift card da 5 euro in regalo con almeno 45 euro di acquisti.

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Architettura, Cambiamento climatico, Efficienza energetica, Innovazione, sviluppo sostenibile, Verde

Da ENEA un pannello mangia-smog per zone inquinate senza parchi e alberi

ENEA lancia un nuovo pannello mangia-smog chiamato “City Tree”. Si tratta di un modulo vegetale mobile, in via di sperimentazione e monitoraggio.

il dispositivo tecnologico è stato testato nell’ambito del progetto europeo ‘CityTree Scaler’, che ha visto la partecipazione di ENEA, Cnr – Istituto di Scienze dell’Atmosfera e del Clima (ISAC) e Consorzio Proambiente, in collaborazione con la start-up tedesca Green City Solutions che ha prodotto il pannello. I risultati sono stati pubblicati sulla rivista online open source Atmosphere (fonte: sito Enea)

Il pannello ha dimensioni 3m x 4m, è profondo 60 cm e ospita una specie di muschio che è in grado di assorbire fino a 240 t di anidride carbonica l’anno. E’ una soluzione adatta per zone prive di parchi e alberi, per ridurre il surriscaldamento urbano e l’inquinamento. Il modulo ha un sistema di irrigazione automatico ed è monitorato per ottimizzare il suo utilizzo.

Ci sono città che stanno già utilizzando alcuni pannelli come questi, per esempio Londra o Parigi.

E’ però sottinteso che sarebbe importante avere più aree verdi con alberi e parchi, invece di utilizzare solo dei pannelli. Il verde nelle aree urbane infatti contribuisce a ridurre molto la temperatura reale e percepita, oltre che ad assorbire anidride carbonica e contrastare così l’effetto serra.

Se vuoi approfondire di più il tema delle aree verdi nelle città puoi trovare numerosi testi sul sito di Feltrinelli: cliccando qui avrai una gift card da 5 euro in regalo con almeno 45 euro di acquisti.

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Parquet su sabbia: una tecnologia innovativa per la bioedilizia

La scelta del parquet come pavimento conferisce un tono di naturalezza e calore alla casa. Il legno è un materiale prezioso e vivo che costituisce un valore aggiunto in una costruzione.

Una tecnologia innovativa e significativa che si utilizza in bioedilizia è quella del parquet su sabbia. La posa del parquet su sabbia risale agli anni ’20. Già allora infatti si utilizzavano pavimenti “sovrapponibili”, che venivano posati su piastrelle preesistenti.

La scelta di un parquet su sabbia offre alcuni vantaggi:

  • non vengono utilizzate colle nella posa in opera (posa a secco)
  • ha notevoli qualità termo-acustiche
  • garantisce stabilità nel tempo
  • richiede ridotti tempi di installazione
  • ha costi contenuti rispetto ai sistemi tradizionali
  • garantisce ispezionabilità nel tempo

L’utilizzo di materiali ecocompatibili inoltre presuppone un ridotto costo energetico di produzione, l’assenza di emissioni nocive, l’alta riciclabilità e la garanzia di traspirazione.

Una stratigrafia tipo di progetto di un solaio realizzato con posa di parquet su sabbia prevede:

  • passaggio di impianti
  • realizzazione di sottofondo a secco con granulati minerali, fibra di legno o fibra di gesso
  • posa di riscaldamento a pavimento con isolante in fibra di legno o sughero
  • massetto in sabbia asciutta + tessuto traspirante
  • sottopavimento in fibra di gesso e posizionamento parquet
  • trattamento del parquet con oli naturali

Il trattamento ad olio naturale offre alcuni vantaggi:

  • aderenza alla fibra (e il legno mantiene il suo colore naturale)
  • igienicità
  • regolazione igrometrica ambientale
  • antistaticità
  • possibilità di riprese e riparazioni
  • manutenzione semplificata.

E’ importante dunque scegliere la giusta finitura ed i giusti materiali in funzione dell’ambiente indoor di cui ci dobbiamo occupare, considerando anche il budget e le esigenze di comfort del cliente.

Per approfondimenti, ulteriori informazioni o supporto nella progettazione della tua casa scrivimi all’indirizzo mail vivattiva@gmail.com

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Architettura, Arredamento, Efficienza energetica, Innovazione

Eco-resine per pavimenti e superfici continue

Quando dobbiamo ristrutturare un appartamento capita spesso di dover revisionare la collocazione degli ambienti interni, spostando dei muri, quindi demolendo quelli esistenti e ricostruendone di nuovi, in una diversa posizione. Un problema fondamentale da affrontare, oltre al rispetto della normativa urbanistico-edilizia vigente e al progetto di un’impiantistica efficiente nelle corrette posizioni, è quello del ripristino o modifica della pavimentazione esistente. A seconda della situazione, può essere più indicato rimuovere gli impianti esistenti per rinnovarli, oppure mantenere quelli esistenti. Nel primo caso, si rinnova anche il pavimento; nel secondo caso, lo si può rinnovare oppure rivestire con un pavimento a resina, soprattutto se parte della casa non viene toccata dalla ristrutturazione e si vogliono evitare quindi dislivelli.

Un’azienda che offre molta scelta su questo sistema è Oltremateria, azienda romagnola che offre superfici continue per pavimenti e rivestimenti. In particolare, “Ecopur” è un prodotto innovativo che costituisce un’eco-resina, che ionizza e purifica l’aria attraverso l’abbattimento gravitazionale di particelle aereo disperse quali smog, agenti inquinanti, germi, batteri, VIRUS (coronavirus). Una soluzione quindi ecologica, che permette anche di scegliere tra diverse possibilità cromatiche ed estetiche.

Il Sistema Oltremateria è stato sottoposto a diverse analisi e ha vinto vari premi. E’ certificato A+ in merito ai COV (Composti Organici Volatili). I prodotti sono marcati CE e fanno anche guadagnare punti nelle certificazioni LEED: non sviluppano gas tossici, sono esenti da leganti idraulici (cemento, calce, gesso) e resine epossidiche.

Per saperne di più contattami alla mail vivattiva@gmail.com

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CER – Comunità di Energia Rinnovabile

Cittadini, attività commerciali e imprese, enti territoriali e autorità locali possono unirsi per produrre e condividere la propria energia elettrica da fonti pulite, formando una comunità energetica. Il GSE (Gestore dei Servizi Energetici) ha pubblicato una pagina di approfondimento sul tema, che si sintetizza in questo video.

Questo grazie all’entrata in vigore del decreto-legge 162/19 (articolo 42bis) e dei relativi provvedimenti attuativi, quali la delibera 318/2020/R/eel dell’ARERA  e il DM 16 settembre 2020 del MiSE.

Ai fini dell’accesso a tale servizio il GSE ha pubblicato le “Regole tecniche per l’accesso al servizio di valorizzazione e incentivazione dell’energia elettrica condivisa.

Una Comunità di energia rinnovabile è un soggetto giuridico:

1. che si basa sulla partecipazione aperta e volontaria (a condizione che, per le imprese private, la partecipazione alla comunità di energia rinnovabile non costituisca l’attività commerciale e/o industriale principale) ed è autonomo;

2. i cui azionisti o membri che esercitano potere di controllo sono persone fisiche, piccole e medie imprese (PMI), enti territoriali o autorità locali, ivi incluse, ai sensi dell’art. 31, comma 1 lettera b) del D.Lgs. 199/21, le amministrazioni comunali, gli enti di ricerca e formazione, gli enti religiosi, del terzo settore e di protezione ambientale nonché le amministrazioni locali contenute nell’elenco delle amministrazioni pubbliche divulgato dall’Istituto Nazionale di Statistica (di seguito anche: ISTAT) secondo quanto previsto all’articolo 1, comma 3, della legge 31 dicembre 2009, n. 196, situati nel territorio degli stessi Comuni in cui sono ubicati gli impianti di produzione detenuti dalla Comunità di energia rinnovabile;

3. il cui obiettivo principale è fornire benefici ambientali, economici o sociali a livello di comunità ai propri azionisti o membri o alle aree locali in cui opera, piuttosto che profitti finanziari.

Fonte: GSE [www.gse.it]

E’ evidente quindi che le comunità energetiche sono un ottimo modo per ridurre la spesa in energia non rinnovabile aumentando l’utilizzo delle rinnovabili… condividendo energia che può essere prodotta da impianti di energia rinnovabile su cui si è investito. Le comunità energetiche non hanno però un intento speculativo, per cui non ci si possono aspettare guadagni enormi. Si ha però la consapevolezza di fare parte di un progetto grande e globale per la tutela dell’ambiente.

Possono fare parte di comunità energetiche non solo impianti fotovoltaici, ma anche altri impianti che producono energia da fonti rinnovabili.

Se sei interessato a scoprirne di più o vorresti aderire a una comunità energetica, inviami una mail a vivattiva@gmail.com.

Foto di torstensimon da Pixabay

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Arredamento, Design, Innovazione, STEM, sviluppo sostenibile

“Barbie” contro stereotipi e pregiudizi, sempre

Il nuovo film su Barbie è tutt’altro che scontato. La regista Greta Gerwig vuole comunicare un messaggio ben preciso, che poi è lo stesso di Mattel: tu, donna, puoi essere chiunque tu voglia. Tu puoi fare la differenza. Ma la realtà ti dimostra che il mondo appartiene agli uomini, e se sei donna devi sgomitare non poco, oltre che bypassare una serie di commenti sessisti, stereotipi e pregiudizi.

Barbie passa per essere lo stereotipo di donna scema, ma è tutt’altro che scema. Mattel infatti ha introdotto donne scienziata, donne premio Nobel, addirittura donne Presidente per sfatare questa convinzione. Ma ancora non è abbastanza. Il film intende ribadire questo. Una donna può essere bella ma anche brava, e se questo dà fastidio il problema è degli altri. Perciò come farsi amare e apprezzare per ciò che si è? Semplicemente essendo sè stesse, con allegria, naturalezza e tanta determinazione. Per essere femministe non è necessario rinunciare alla femminilità, ma viverla a pieno in modo intraprendente, creativo e intelligente.

Il film si conclude con un pensiero sarcastico sul predominio maschile nei posti di potere, che a Barbieland viene capovolto: chissà che prima o poi non cambi qualcosa… Nel frattempo, mai arrendersi e soprattutto mai farsi mettere i piedi in testa.

Film da vedere per passare una serata leggera e rosa. Parola di fan di Barbie.

Foto di Ivan Samkov: https://www.pexels.com/it-it/foto/smartphone-libri-laptop-foglie-7394372/

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Architettura, Arredamento, Design, Efficienza energetica, Innovazione, Normativa e certificazioni, Professione, sviluppo sostenibile

Agevolazioni fiscali in edilizia per persone con disabilità

Foto di Moondance da Pixabay

E’ presente sul sito dell’Agenzia delle Entrate una guida relativa alle detrazioni fiscali utilizzabili dalle persone con disabilità. Potete scaricarla qui per avere maggiori informazioni.

Per quanto riguarda l’edilizia, riporto alcune informazioni importanti.

Per i contribuenti che effettuano interventi per eliminare le barriere architettoniche, la normativa tributaria prevede diverse tipologie di agevolazioni:

  •  la detrazione Irpef del 50% delle spese sostenute fino al 31 dicembre 2024 (36% dopo questa data) per ristrutturazione edilizia dell’immobile, disciplinata dall’articolo 16-bis del Tuir (comma 1, lettera e)
  •  la detrazione del 75%, introdotta dalla di bilancio 2022 (legge n. 234/2021) ed estesa fino al 31 dicembre 2025 dalla legge di bilancio 2023 (legge n. 197/2022)
  •  la detrazione del Superbonus prevista per gli interventi “trainati”, se eseguiti congiuntamente a determinati interventi “trainanti”.

RISTRUTTURAZIONE EDILIZIA

Per gli interventi di ristrutturazione edilizia sugli immobili i contribuenti possono usufruire di una detrazione Irpef pari al:

  •  50%, da calcolare su un importo massimo di 96.000 euro, se la spesa è sostenuta nel periodo compreso tra il 26 giugno 2012 e il 31 dicembre 2024
  •  36%, da calcolare su un importo massimo di 48.000 euro, per le spese effettuate dal 1° gennaio 2025.

Rientrano nella categoria degli interventi agevolati:

  •  quelli effettuati per l’eliminazione delle barriere architettoniche (per esempio, ascensori e montacarichi)
  •  i lavori eseguiti per la realizzazione di strumenti che, attraverso la comunicazione, la robotica e ogni altro mezzo tecnologico, siano idonei a favorire la mobilità interna ed esterna delle persone portatrici di handicap grave, ai sensi dell’art. 3, comma 3, della legge n. 104 del 1992.

La detrazione non è fruibile contemporaneamente alla detrazione del 19% per le spese sanitarie riguardanti i mezzi di sollevamento della persona con disabilità.

DETRAZIONE DEL 75% – EDIFICI ESISTENTI

Consiste in una detrazione d’imposta del 75% delle spese documentate sostenute nel periodo tra il 1° gennaio 2022 e il 31 dicembre 2025 e va ripartita tra gli aventi diritto in 5 quote annuali di pari importo.

La detrazione deve essere calcolata su un importo complessivo non superiore a:

  • 50.000 euro, per gli edifici unifamiliari o per le unità immobiliari situate all’interno di edifici plurifamiliari che siano funzionalmente indipendenti e dispongano di uno o più accessi autonomi dall’esterno
  • 40.000 euro, moltiplicati per il numero delle unità immobiliari che compongono l’edificio, per gli edifici composti da due a otto unità immobiliari
  • 30.000 euro, moltiplicati per il numero delle unità immobiliari che compongono l’edificio, per gli edifici composti da più di otto unità immobiliari.

Per usufruire dell’agevolazione gli interventi devono rispettare i requisiti previsti dal decreto del Ministro dei lavori pubblici n. 236 del 14 giugno 1989 (Prescrizioni tecniche necessarie a garantire l’accessibilità, l’adattabilità e la visitabilità degli edifici privati e di edilizia residenziale pubblica sovvenzionata e agevolata, ai fini del superamento e dell’eliminazione delle barriere architettoniche).

La detrazione spetta anche per gli interventi di automazione degli impianti degli edifici e delle singole unità immobiliari funzionali ad abbattere le barriere architettoniche nonché, in caso di sostituzione dell’impianto, per le spese relative allo smaltimento e alla bonifica dei materiali e dell’impianto sostituito.

Dal 1° gennaio 2023, per le delibere condominiali che approvano questi lavori è necessaria la maggioranza dei partecipanti all’assemblea che rappresenti almeno un terzo del valore millesimale dell’edificio (art. 1, comma 365, legge n. 197/2022).

In alternativa alla detrazione, i contribuenti possono optare:

  • per la cessione ad altri soggetti del credito d’imposta corrispondente alla detrazione spettante
  • per un contributo, sotto forma di sconto sul corrispettivo dovuto, fino a un importo massimo pari al corrispettivo stesso, anticipato dai fornitori che hanno effettuato gli interventi agevolati (cosiddetto sconto in fattura).

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Cambiamento climatico, Innovazione, Professione, Rinnovabili, sviluppo sostenibile

Clima che cambia e dissesto idrogeologico: le alluvioni non sono un caso

Estratto report IPCC, marzo 2023 Il diagramma mostra come i più giovani sperimenteranno sempre più spesso effetti devastanti dovuti all’aumento di temperatura del Pianeta

Solo quando ci troviamo davanti a situazioni estreme come le alluvioni iniziamo a pensare ai problemi da sempre presenti come i cambiamenti climatici o il dissesto idrogeologico. Sono temi caldi, di cui troppo poco si parla, e che tornano a galla solo quando si assiste a qualche disastro in Italia.

L’incapacità di politiche a lungo termine e visioni generose per il territorio, che non portano ritorno politico immediato, è di sicuro alla base di mancati interventi a livello di dissesto idrogeologico in più zone d’Italia. Il coinvolgimento di specialisti è spesso troppo limitato e la burocrazia frena l’attivazione di interventi che sarebbero urgenti e necessari.

Ma il fatto che il clima è cambiato è reale. E ancora molti non ci credono. Fenomeni meteo improvvisi e violenti diventeranno sempre più frequenti. L’ultimo report IPCC ci mostra che l’aumento di temperatura del pianeta si assesterà intorno ai + 1,5 gradi, e che le nuove generazioni sperimenteranno sempre più spesso fenomeni come quelli a cui stiamo assistendo in Emilia Romagna. E allora cosa vogliamo fare?

Sento dire al TG che “non si sa se i fondi per il PNRR – Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza” si possono usare per aiutare l’emergenza in Emilia. Ma che senso ha questa incertezza? Che senso ha avere dei fondi e non poterli usare? Spero che le linee di indirizzo cambino. Quando si vuole, i fondi si trovano.

Ma poi, tra l’altro, i fondi per il dissesto idrogeologico ci sono e sono stanziati. Ma la politica è immobile, non si riesce a sbloccare la situazione e a usarli in modo adeguato questi fondi. O li usano per altro! Dove vengono usati i fondi, non si fa manutenzione. Per inerzia, pigrizia o superficialità.

E ora non si contano i danni.

La situazione deve cambiare, o sarà sempre peggio.

Devono cambiare sia la gestione dei fondi sia la manutenzione, sia l’approccio verso il clima. Riduzione drastica dell’utilizzo di combustibili fossili a breve e potenziamento della produzione di energia da rinnovabili. Assunzione di personale qualificato nei Comuni e negli Enti preposti al controllo delle emergenze e dei fondi. Visione politica a lungo termine e capacità di captare fondi e utilizzarli in modo saggio. Riduzione della burocrazia e snellimento dei processi di ingegnerizzazione del territorio, con valutazione ponderata dell’impatto ambientale in rapporto anche alla considerazione delle conseguenze negative che la non realizzazione di un’opera può comportare. Queste sono alcune delle cose su cui puntare.

Sono numerosi i volontari e gli enti che si stanno dando da fare per aiutare le popolazioni colpite dall’alluvione in Emilia Romagna. Chi volesse donare può farlo qui:

Giunta Regionale Emilia Romagna – Iban: IT69G0200802435000104428964

Causale: “ALLUVIONE EMILIA-ROMAGNA”. Per donare dall’estero, codice Bic SwiftUNCRITM1OM0

Il conto corrente è intestato all’Agenzia per la Sicurezza territoriale e la Protezione civile dell’Emilia-Romagna.

Ogni euro raccolto, l’utilizzo che ne verrà fatto, verranno resocontati pubblicamente, così come è stato fatto per precedenti raccolte fondi (ricostruzione post sisma, emergenza Covid, emergenza Ucraina).

Segnalo anche: Cosa fare in caso di alluvione – sito Protezione Civile Emilia Romagna

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