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Interventi di risparmio energetico per una villetta unifamiliare

Il risparmio energetico è una priorità crescente per molte famiglie, sia per ridurre i costi delle bollette che per contribuire alla salvaguardia dell’ambiente. In una villetta unifamiliare, vi sono numerose strategie che possono essere adottate per migliorare l’efficienza energetica. Questo articolo esplora alcune delle soluzioni più efficaci. Fino a fine anno è possbile usufruire di detrazioni fiscali al 50%; da gennaio 2025 le detrazioni scenderanno al 36%.

Isolamento termico

Uno degli interventi più importanti è l’isolamento termico. Un buon isolamento delle pareti, del tetto e del pavimento può ridurre significativamente la dispersione di calore durante l’inverno e mantenere la casa fresca in estate. Materiali come la lana di roccia, le fibre di legno o il sughero possono essere utilizzati per questo scopo. Molto comune ed economico è l’utillizzo di EPS con grafite derivato da materiale riciclato, conforme ai CAM (Criteri Ambientali Minimi). Le fibre di legno ed il sughero garantiscono una maggiore inerzia termica all’edificio, per cui di fatto costituiscono la soluzione migliore, anche se costano leggermente di più.

Sostituzione degli infissi

Le finestre e le porte sono punti critici per la perdita di calore. Sostituire gli infissi vecchi con modelli a doppio o triplo vetro può migliorare l’efficienza energetica della vostra abitazione. Gli infissi moderni sono progettati per minimizzare le perdite di calore e spesso includono rivestimenti a bassa emissività che riflettono il calore all’interno. E’ importante isolare anche i cassonetti, che costituiscono dei ponti termici a tutti gli effetti.

Installazione di pannelli solari termici e fotovoltaici

I pannelli solari rappresentano una soluzione ecologica ed efficiente per la produzione di energia. Posizionati sul tetto, possono generare elettricità (pannelli solari fotovoltaici) o riscaldare l’acqua (pannelli solari termici), riducendo così la dipendenza dalle fonti energetiche tradizionali.

Utilizzo di pompe di calore

Le pompe di calore sono dispositivi che trasferiscono calore da una fonte naturale (aria, acqua o terra) all’interno dell’abitazione. Possono essere utilizzate sia per il riscaldamento invernale che per il raffrescamento estivo. Le pompe di calore sono estremamente efficienti, con un consumo energetico inferiore rispetto ai sistemi di riscaldamento e raffreddamento tradizionali. Sono l’intervento su cui si punterà di più a breve, abbandonando le caldaie a gas. Ovviamente le pompe di calore funzionano molto bene in abbinamento con il fotovoltaico, perchè funzionano a energia elettrica.

Sistemi di domotica

L’implementazione di sistemi di domotica permette di gestire in modo intelligente l’energia all’interno della casa. Termostati programmabili, sensori di presenza e luci a LED controllabili a distanza possono ridurre gli sprechi e ottimizzare l’uso delle risorse energetiche. La possibilità di monitorare i consumi in tempo reale consente di identificare e correggere eventuali inefficienze.

Elettrodomestici ad alta efficienza

La sostituzione degli elettrodomestici vecchi con modelli ad alta efficienza energetica può portare a significativi risparmi. Gli elettrodomestici certificati con etichette energetiche A++ o superiori consumano meno energia e offrono prestazioni migliori. Anche l’uso di dispositivi energeticamente efficienti, come le lampadine a LED, contribuisce a ridurre il consumo complessivo.

Cosa aspetti?

Adottare interventi di risparmio energetico in una villetta unifamiliare non solo contribuisce a ridurre i costi delle bollette, ma anche a minimizzare l’impatto ambientale. Investire in isolamento termico, infissi efficienti, pannelli solari, pompe di calore, sistemi di domotica ed elettrodomestici ad alta efficienza rappresenta un passo significativo verso una gestione più sostenibile delle risorse energetiche.

Se hai bisogno di una consulenza per migliorare energeticamente la tua casa scrivimi a vivattiva@gmail.com!

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Bioedilizia e risparmio energetico: costruire un futuro sostenibile

Cosa è la bioedilizia

La bioedilizia rappresenta un approccio innovativo e sostenibile alla costruzione e alla ristrutturazione degli edifici, mirato a ridurre l’impatto ambientale e migliorare l’efficienza energetica. Questo settore si basa sull’utilizzo di materiali ecologici e tecnologie avanzate per creare abitazioni e strutture che siano non solo efficienti dal punto di vista energetico, ma anche salutari per gli occupanti.

Materiali Ecologici

Uno degli aspetti fondamentali della bioedilizia è l’uso di materiali naturali e riciclabili. Tra questi, troviamo legno, bamboo, paglia, canapa e altri materiali che hanno un basso impatto ambientale sia in fase di produzione che di smaltimento. L’uso di questi materiali contribuisce a ridurre le emissioni di anidride carbonica e a promuovere la gestione sostenibile delle risorse naturali.

Efficienza energetica

Le tecniche di bioedilizia sono strettamente legate al concetto di risparmio energetico. Gli edifici costruiti secondo i principi della bioedilizia sono progettati per massimizzare l’efficienza energetica attraverso l’uso di isolanti naturali, finestre a doppio o triplo vetro, sistemi di ventilazione meccanica controllata e pannelli solari, termici e fotovoltaici. Queste soluzioni permettono di ridurre significativamente il consumo di energia per il riscaldamento e il raffrescamento, diminuendo così le bollette e l’impatto ambientale.

Progettazione bioclimatica

La progettazione bioclimatica è un altro elemento chiave della bioedilizia. Questo approccio prevede l’orientamento degli edifici in modo da sfruttare al meglio le risorse naturali come il sole, il vento e la vegetazione. Ad esempio, l’orientamento delle finestre verso sud consente di massimizzare l’apporto di luce solare durante l’inverno, riducendo la necessità di riscaldamento artificiale. Allo stesso tempo, l’uso di schermature solari e ventilazione naturale aiuta a mantenere gli ambienti freschi durante l’estate. L’approccio bioclimatico parte da un’attenta analisi del sito, del clima e delle esigenze degli occupanti.

Certificazioni e normative

Esistono diverse certificazioni che attestano la sostenibilità degli edifici, come LEED (Leadership in Energy and Environmental Design) e CasaClima. Queste certificazioni valutano vari aspetti della costruzione, dall’efficienza energetica alla gestione delle risorse idriche, passando per la qualità dell’aria interna e l’uso di materiali ecocompatibili. Ottenere una di queste certificazioni non solo migliora la reputazione dell’edificio, ma anche il suo valore di mercato. Anche l’Attestato di Prestazione Energetica che si utilizza in Italia per determinare il consumo energetico di un edificio ha un valore importante: il tecnico certificatore suggerisce al cliente quali interventi migliorativi dell’efficienza energetica può realizzare. Ovviamente è fondamentale anche l’impatto ambientale degli interventi, non solo quello energetico e numerico. Se i materiali sono salubri, l’utente finale sarà più soddisfatto e vivrà in un ambiente sano.

Vantaggi economici

Investire nella bioedilizia comporta numerosi vantaggi economici a lungo termine. Gli edifici efficienti dal punto di vista energetico hanno costi di gestione inferiori grazie alla riduzione del consumo di energia e all’uso di risorse naturali rinnovabili. Inoltre, molti governi offrono incentivi fiscali e finanziamenti agevolati per chi sceglie di costruire o ristrutturare secondo i principi della bioedilizia. In Italia fino a dicembre 2024 si posson utilizzare le detrazioni fiscali; da gennaio 2025 le detrazioni passeranno al 36%.

La bioedilizia e il risparmio energetico rappresentano il futuro della costruzione sostenibile. Adottare questi principi non solo contribuisce a preservare l’ambiente, ma migliora anche la qualità della vita degli occupanti e offre significativi vantaggi economici. Scegliere la bioedilizia significa investire in un futuro più verde e responsabile.

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Arriva il Piano nazionale di azione per il radon

L’Italia si è dotata di un Piano nazionale d’azione per il radon 2023-2032, pubblicato sul sito del Ministero della Salute e adottato con il DPCM 11 gennaio 2024. Clicca qui per consultarlo.

Il Piano “descrive la linea d’azione nazionale e fornisce agli esperti e ai cittadini interessati informazioni sulla strategia italiana per ridurre l’esposizione della popolazione al radon. Il radon è un gas nobile radioattivo naturale, è invisibile, inodore, incolore e insapore ed è un prodotto intermedio del decadimento di elementi radioattivi che si trovano nel suolo, nell’acqua e nei materiali da costruzione. Poiché è un gas, il radon può facilmente uscire e accumularsi nell’aria, all’aperto si diluisce e si disperde, ma all’interno, in ambienti chiusi, si concentra soprattutto quando la ventilazione degli edifici non è sufficiente”.

Le azioni del Piano prevedono l’individuazione delle aree di maggiore esposizione al radon, l’individuazione di strumenti per prevenire e ridurre la concentrazione di radon indoor e l’informazione, educazione, formazione e divulgazione sul tema.

Il radon è stato classificato dall’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS), attraverso l’Agenzia
Internazionale per la Ricerca sul Cancro (AIRC), nel gruppo 1 delle sostanze per le quali vi è la
massima evidenza di cancerogenicità, poiché rappresenta uno dei principali fattori di rischio di
tumore ai polmoni, dopo il fumo. A livello mondiale la principale sorgente di esposizione della popolazione alle radiazioni ionizzanti è data dal radon (42%), seguita dall’esposizione medica (20%).

Il Piano riporta alcune specifiche di intervento, con utili accorgimenti di cui tenere conto nella progettazione degli edifici.

  1. Limitare l’utilizzo dei locali seminterrati “a contatto con il terreno”
  2. Tenuta stagna e isolamento dagli ambienti a contatto con il terreno – corretto utilizzo degli isolanti e degli strati di impermeabilizzazione, nonchè studio del nodo fondazioni – terreno
  3. Passaggio delle condutture degli impianti entro le pareti perimetrali degli edifici
  4. L’impianto di fognatura dovrebbe prevedere l’attraversamento del pavimento dei locali cantina nel minor numero possibile di punti, minimizzando anche il numero di diramazioni sottostanti tali ambienti (con i relativi pozzetti di ispezione).
  5. Ventilazione naturale del terreno sottostante la fondazione
  6. Eliminazione del radon tramite isolamento (l’isolamento può essere garantito dalla stessa struttura della parte interrata dell’edifico, se realizzata interamente in cemento armato)
  7. Eliminazione del radon tramite ventilazione
  8. Contrasto degli effetti naturali del gradiente termico (modifica della distribuzione del sistema di depressioni presente
  9. Ventilazione (messa in depressione) del terreno sottostante la costruzione
  10. Aspirazione o ventilazione dell’aria dai locali interrati
  11. Ventilazione forzata all’interno dei locali di soggiorno

Una corretta progettazione dell’edificio può aiutare a scongiurare il pericolo radon, che non è da sottovalutare.

Fonte e immagine: Sito del Ministero della Salute

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Ritenuta sui bonifici parlanti per ristrutturazioni dall’8% all’11%

A partire dal 1 marzo 2024 la percentuale di ritenuta sui bonifici bancari per usufruire delle detrazioni fiscali per il risparmio energetico è aumentata dall’8% all’11%, in accordo con quanto stabilito dalla Legge di Bilancio 2024 (Legge n. 289/23). In particolare, si parla dei cosiddetti bonifici parlanti, necessari per usufruire di agevolazioni fiscali quali bonus casa, ecobonus, superbonus, bonus barriere architettoniche, ecc.
In passato, ed in particolare nel 2015, l’aliquota di ritenuta sui bonifici era già stata aumentata dal 4% all’8%. Portare tale valore all’11% significa che le imprese e i professionisti incassano una cifra decurtata di quel valore, che quindi riduce la liquidità di cui possono disporre.
Questa misura sta creando notevole sconcerto e preoccupazione tra gli operatori del settore, che si vedono sempre più decurtare le cifre incassate, a fronte di sempre maggiori richieste tecniche, pratiche e burocratiche.
Ricordiamo che il bonifico parlante bancario o postale è fondamentale per usufruire delle detrazioni fiscali legate alle operazioni di ristrutturazione immobiliare. In particolare, il bonifico parlante deve sempre contenere:
– la causale del versamento (con riferimento al bonus che si sta utilizzando);
– il codice fiscale o il numero di Partita IVA del beneficiario del pagamento;
– il codice fiscale del beneficiario della detrazione.

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Come tinteggiare le pareti di casa?

La tinteggiatura di una parete può influire sulla percezione di uno spazio. Esistono diverse possibilità, da valutare in base all’immobile oggetto di analisi. A seconda dell’effetto desiderato è possibile infatti scegliere alcune tecniche. Se ne riportano di seguito alcune:

  • Una sola parete colorata, le altre pareti bianche – si “allunga” lo spazio
  • Pareti colorate e bordo sul soffitto dello stesso colore – si crea la percezione di spazio più “alto”
  • Pareti colorate e bordo sulle pareti uguale al soffitto – si crea la percezione di spazio più “basso”
  • Pareti a strisce verticali colorate – si crea la percezione di spazio più “alto”
  • Pareti a strisce orizzontali colorate – si crea la percezione di spazio “allargato”
  • Pareti a motivi geometrici – per dare un tocco moderno e inconsueto all’ambiente

In merito poi alla scelta della pittura, si considera di utilizzare un prodotto a basso o nullo contenuto di VOC (Composti Organici Volatili), per minimizzare l’inquinamento indoor. Una soluzione molto ecologica è per esempio la pittura a calce, antica e molto utilizzata per esempio negli edifici storici. La pittura a calce si adatta molto bene a superfici porose, ma è adatta anche ad altri tipi di supporto. E’ molto traspirante e non è impermeabile. E’ pertanto da evitare su pareti soggette a dilavamento o molto esposte alle intemperie. La pittura a calce è molto utilizzata in bioedilizia.

Le idropitture sono quelle oggi più usate comunemente, che consentono di ottenere diversi effetti sulla parete e risultano molto coprenti. A seconda dell’ambiente è possibile scegliere una pittura con determinate caratteristiche. La tempera è la pittura colorata tradizionale, poco coprente, oggi normalmente sostituita dall’idropittura. Normalmente ha bisogno dell’utilizzo di un fissativo. Lo smalto, invece, è un tipo di pittura acrilica, che svolge funzione protettiva ed è solitamente impermeabile. Si può utilizzare per esempio in bagno o in cucina, dove anche se si macchia può essere facilmente lavato.

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Cambio di destinazione d’uso da ufficio a residenziale

Per effettuare un cambio di destinazione d’uso da ufficio a residenziale occorre verificare che la normativa urbanistica lo consenta, in quanto si va a modificare il carico urbanistico. Occorre inoltre verificare la presenza dei requisiti igienico-sanitari della destinazione d’uso prescelta in base al regolamento edilizio e d’igiene del Comune dove si trova l’immobile. Per ultima cosa, occorrerà modificare la categoria catastale (che passerà presumibilmente da A/10 a A/3 o A/2). E bisogna controllare anche che il condominio dove si trova l’immobile permetta il cambio di destinazione d’uso (vedi regolamento condominiale). Ogni Comune ha le sue regole. Un cambio di destinazione d’uso potrebbe essere possibile a Lodi ma non a Milano o Roma, o viceversa.

Nel cambio di destinazione d’uso ci saranno in genere alcune spese:

  • oneri di urbanizzazione
  • diritti di segreteria comunali
  • parcella del tecnico incaricato di progetto, DL e pratica edilizia
  • parcella del tecnico incaricato della sicurezza
  • spese per gli eventuali lavori edili

Attenzione. La normativa dice che “È cambio destinazione d’uso urbanisticamente rilevante, ogni forma di utilizzo dell’immobile diversa da quella originaria, con o senza opere, che comporti il passaggio ad una diversa categoria funzionale, come sopra indicate. Se si resta all’interno della stessa categoria, non è un mutamento di tipo rilevante.

Le categorie d’uso sono:

  • residenziale (compreso uso promiscuo – abitazione/studio e abitazione/affittacamere)
  • turistico-ricettiva (alberghi, ostelli, altro)
  • produttiva e direzionale (banche, uffici, studi professionali)
  • commerciale (negozi, bar, ristoranti)
  • agricola (prod. agricola, allevamenti, vivai, ecc.)

In caso di cambio di destinazione d’uso, con o senza opere, occorre presentare come pratica edilizia in Comune un permesso di costruire, a meno che il cambio non avvenga nella stessa categoria (per es. da pub a ristorante). In questo secondo caso, ovvero per cambi di destinazione d’uso all’interno della stessa categoria, si possono inquadrare gli interventi come manutenzione straordinaria, e quindi si può presentare una CILA (Comunicazione di Inizio Attività Asseverata) al posto del permesso di costruire, in virtù del decreto semplificazioni del 2020. In alcuni casi, inoltre, alcuni Comuni richiedono una SCIA alternativa al permesso di costruire invece del permesso di costruire.

La modifica catastale di categoria comporterà una modifica delle tasse pagate (IMU, TASI, TARI).

Come ultimo passaggio, può essere opportuna la presentazione di una SCIA per l’agibilità dell’immobile, in funzione della categoria d’uso prescelta (con impianti conformi alla normativa e relative certificazioni).

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Agevolazioni fiscali per interventi in edilizia nel 2024

Riporto di seguito un elenco delle agevolazioni fiscali di cui si può usufruire per gli interventi in edilizia nel 2024. Si ricorda che per usufruire dei bonus è sempre opportuno presentare prima dell’inizio dei lavori idonea pratica edilizia (salvo alcuni casi particolari).

  • Bonus casa – Detrazioni fiscali IRPEF al 50% su 10 anni – limite massimo di spesa di 96.000 euro per ogni unità immobiliare fino al 31 dicembre 2024. Da gennaio 2025 la detrazione fiscale tornerà al 36%, con limite di 48.000 euro, salvo ulteriori proroghe. Queste detrazioni valgono per interventi di manutenzione straordinaria sulle parti comuni dei condomini e su singole unità immobiliari. Maggiori informazioni cliccando sul sito di ENEA
  • Ecobonus 50%-65% – Detrazioni fiscali IRPEF al 50% o 65% su 10 anni – per interventi di manutenzione straordinaria finalizzati al risparmio energetico. Maggiori informazioni cliccando sul sito di ENEA
  • Superbonus – Nel 2024 scende al 70%, nel 2025 al 65%. Ma solo in alcuni casi previsti dalla normativa, in continua evoluzione.
  • Bonus mobili – Detrazioni fiscali IRPEF al 50% per l’acquisto di arredamento, su un importo massimo di 5000 euro per il 2024
  • Sismabonus – Detrazioni fiscali IRPEF al 50% per case unifamiliari per interventi di messa in sicurezza strutturale degli edifici nelle zone a rischio sismico, con possibilità di passare al 70% se con gli interventi si ottiene il passaggio a una classe di rischio inferiore e all’80% se si arriva con gli interventi a due classi di rischio inferiori. Per i condomini, partendo dal 50% si può arrivare al 75% o alll’85%. Il sismabonus vale anche per gli edifici a rischio produttivo (detrazioni IRES).
  • Bonus verde 36% – Detrazioni IRPEF al 36% per sistemazione di spazi verdi, installazione di impianti di irrigazione, coperture a verde e giardini pensili.
  • Bonus barriere architettoniche – Detrazione IRPEF al 75% per interventi finalizzati all’eliminazione delle barriere architettoniche valida fino al 31 dicembre 2025.

Per maggiori informazioni o per avere consulenza sul progetto della tua casa, scrivimi a vivattiva@gmail.com. Se l’articolo ti è stato utile, puoi condividerlo sui social.

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Cosa vuol dire progettazione ecosostenibile?

Il termine “bioarchitettura” prende origine da due parole: “bio” e “architettura”. Il termine “bios” deriva dal greco e significa “che vive”. Un’architettura bio è dunque una costruzione edilizia che si ispira a principi costruttivi legati alla vita, all’organicità, alla natura vivente. La bioarchitettura permette la realizzazione di edifici secondo elementi di bioedilizia, utilizzando materiali di origine naturale, come per esempio il legno, i mattoni, la pietra, che siano anche ecocompatibili, ovvero facilmente biodegradabili o smaltibili nell’ambiente. La bioarchitettura infatti cerca di minimizzare la produzione di rifiuti, privilegiando l’utilizzo di materiali di scarto e di riciclo.

L’architettura “bioclimatica” o “bioecologica” cerca in particolar modo di direzionare il progetto in base al clima, anteponendo l’analisi del sito, dell’ambiente e del clima alla progettazione, per garantire l’ottimizzazione di forma, volumi e risorse materiali ed economiche.

Gli edifici costruiti in bioarchitettura sono edifici a risparmio energetico, ben isolati (la quantità di isolante viene stabilita in base alla zona climatica di riferimento), con una classe energetica alta e una specifica attenzione alla correzione dei ponti termici (ovvero i punti in cui si ha discontinuità tra materiali, e quindi dispersione di energia). Questo è reso possibile anche grazie a impianti alimentati da fonti di energia rinnovabili, per lo più grazie alla presenza di impianti fotovoltaici in copertura, ben orientati secondo l’irraggiamento solare.

La progettazione ecosostenibile è inclusiva e considera le esigenze anche di un’utenza fragile (bambini, anziani, portatori di handicap). Una vera sostenibilità infatti non è solo ambientale ma anche sociale.

Se sei interessato/a a costruire secondo principi di architettura ecosostenibile, non esitare a contattarmi. Puoi inviare una mail a vivattiva@gmail.com. Se poi questo articolo ti è stato utile, puoi ricondividerlo sui social o lasciarmi una recensione a cinque stelle su Google o Facebook.

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