Cambiamento climatico, Economia circolare, Efficienza energetica, Eventi green, Innovazione, Scuola, STEM, sviluppo sostenibile

Sensibilizzare, che difficoltà

Quante volte si sente nominare la parola “sensibilizzazione”. Sensibilizzare significa rendere le persone consapevoli del “sentire”. Ovvero avvertire sensazioni, empatia, collegarsi in modo intimo alla situazione considerata. Quando si organizza un evento su tema ambientale, per esempio, si cerca di coinvolgere le persone in un processo più ampio, più articolato, globale. Si cerca di diffondere idee scientifiche e di renderne partecipi altri, con lo scopo di avere più attivisti ambientali e anche più consapevolezza su temi come i cambiamenti climatici, i rifiuti, ecc.

Ma cosa succede se una persona non “sente” niente? Se non si interessa a nulla, se non gli importa ciò che fa o che fanno gli altri? In questo caso abbiamo un problema. L’apatia e l’indifferenza in cui scivola la società può dipendere in larga parte dall’eccessivo utilizzo di apparecchi elettronici, soprattutto di cellulari. La tecnologia è un bene, ma il suo utilizzo eccessivo può provocare problemi. Ma in aggiunta a questo, si ha la percezione che davvero a volte a nessuno interessi nulla. Mi occupo del mio piccolo mondo qui, nel contingente, e poi chi s’è visto s’è visto. Non si tratta di essere moderni Don Chisciotte, e di combattere contro i mulini a vento, ma di cercare di dare l’esempio alle nuove generazioni per fare credere che un mondo migliore è possibile. E che parte dalle piccole cose: da un bambino che pianta una seme, a un anziano che sorride.

Se seminiamo piccoli gesti gentili facciamo la nostra parte. Non abbiamo nulla in cambio? Fa niente. Non si può agire solo in presenza di tornaconto. Fare senza aspettarsi nulla in cambio è quanto di meglio possiamo fare. Perchè solo se un gesto è fatto con il cuore ha pienamente senso.

Come coinvolgere le persone, dunque, per parlare di ambiente? Minacciando la fine del mondo e la morte globale? Spiegando gli aspetti positivi di un pianeta pulito ed ecologico?

Il dibattito è aperto e acceso. Il coinvolgimento di volontari e attivisti in prima linea è forse il modo migliore per risvegliare le coscienze. Seminando gesti di speranza e di ecosostenibilità che siano di esempio per gli altri, soprattutto per le giovani nuove generazioni, che hanno tanto bisogno di esempi positivi di riferimento.

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Cambiamento climatico, Innovazione, Libri, sviluppo sostenibile

“La mucca viola” di Seth Godin

Un libro da non perdere per chi ama innovare è senza dubbio il famosissimo “La mucca viola – Farsi notare (e fare fortuna!) in un mondo tutto marrone”. In questo testo Seth Godin fornisce utili input per chi vuole creare prodotti e aziende che restino memorabili nel tempo. Insegna a farsi notare creando idee uniche con un valore aggiunto, che non può essere “fumoso” ma che deve realmente esistere. Messaggi e contenuti, non aria fritta. Secondo Seth Godin, un nuovo prodotto da lanciare sul mercato deve essere STRAORDINARIO, non ORDINARIO. Poi il tempo passa e la gente dimentica, per cui bisogna sempre puntare al top, innovando e creando. Un inno alla creatività e all’eclettismo. Per sfondare, Seth Godin suggerisce di individuare dapprima una nicchia di mercato e poi di creare il prodotto “straordinario”, non viceversa.

Seth Godin è un celebre scrittore e innovatore sociale che ha scritto moltissimi libri e che svolge opera di divulgazione sul cambiamento. “The carbon almanac – It’s not too late” è uno dei suoi più recenti progetti, che vuole dare un contributo importante alla lotta contro i cambiamenti climatici.

We are called to be architects of the future, not its victims” (R. Buckminster Fuller)

Per trovare risorse utili sul cambiamento e l’innovazione vi consiglio di visitare il suo blog cliccando qui oppure visitando il suo sito ufficiale cliccando qui

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Architettura, Cambiamento climatico, Economia circolare, Innovazione, Lifestyle, Professione, sviluppo sostenibile

1000 posizioni per tecnici nella PA: verso una svolta?

Un articolo dell’ Ing. Davide Riboni, ingegnere dei materiali ed esperto nella gestione dei progetti

243.000 ingegneri italiani. Consentitemi di dire una cosa simpatica. Se fosse possibile vi vorrei tutti dentro la Pubblica amministrazione. – Brunetta, Ministro della Pubblica Amministrazione

Ieri mi è tornato in mente questa dichiarazione fatta da Brunetta al Congresso Nazionale degli Ingegneri 2021.

Un auspicio che sembra sia stato messo in moto qualche giorno fa con l’apertura di circa 1000 posizioni per profili tecnici di cui circa 380 per soli iscritti all’Albo degli Ingegneri per l’esecuzione del PNRR.

La pandemia ha riversato una quantità di fondi ingente per la ripresa delle economie.

Tanto denaro serve per la realizzazioni di opere all’interno di 6 missioni: digitalizzazione e innovazione, transizione ecologica, mobilità sostenibile, istruzione e ricerca, inclusione, salute.

Alcuni di questi progetti hanno bisogno di tecnici per la loro realizzazione, con un livello di difficoltà elevato e tempi di realizzazione molto stretti.

Per questo sono state chiamate a rispondere professionalità tecniche che vanno dagli ingegneri ai geologi, dai periti chimici agli architetti.

E’ una ottima opportunità per contribuire alla rinascita.

Questa selezione ha avuto una pubblicazione con durata di soli 5 giorni, abbastanza breve per un aspetto così importante per l’Italia.

Chissà se sarà solo la prima di numerose nei prossimi anni e se la Pubblica Amministrazione si avvalerà di collaborazioni di questo tipo anche in futuro.

Di seguito un link utile:

http://www.funzionepubblica.gov.it/articolo/ministro/30-11-2021/pnrr-brunetta-%E2%80%9Cparte-la-selezione-dei-1000-esperti-i-territori-avvisi-0

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Innovazione, sviluppo sostenibile

Dalla crisi nascono nuove opportunità

Image by Michal Jarmoluk from Pixabay

Siamo arrivati al mese di novembre 2020, un anno che sicuramente ci ricorderemo più per le cose brutte che per le cose belle. Tuttavia, Einstein diceva che è proprio nelle difficoltà che l’inventiva fa del suo meglio e che con un atteggiamento resiliente possiamo continuare a costruire il futuro.

Con fatica e spesso qualche titubanza, ci ritroviamo più forti di prima, con consapevolezza, senso critico e voglia di vivere. Perchè siamo più “vivi” e “attivi” che mai, e se siamo stati in silenzio è solo per meditare, osservare, studiare, pianificare. Con più forza di prima.

Personalmente, questo 2020 mi sta insegnando ad apprezzare le piccole cose, a semplificare, ad andare avanti nonostante tutto, con tenacia, determinazione e perseveranza. A mettere a fuoco, a concretizzare, a crescere. Realizzare i sogni e costruire progetti richiede tanto impegno, speranza ed un pizzico di ottimismo.

Un invito sincero a non perdere la gioia di vivere, di sperare e di realizzare i vostri progetti. Perché se sembrano lontani e irraggiungibili si possono raggiungere semplicemente cambiando qualcosa, per esempio il nostro atteggiamento. Come diceva Gandhi, possiamo essere “il cambiamento che vogliamo vedere nel mondo”. E noi tutti abbiamo il diritto di progettare, costruire, pianificare, vivere. Non solo sopravvivere.

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Architettura, Cambiamento climatico, Efficienza energetica, Innovazione, Rinnovabili, sviluppo sostenibile

Fotovoltaico per famiglie a basso reddito: combattere la poverta’ energetica

Foto di torstensimon da Pixabay

Il Dipartimento per le Politiche Economiche di Palazzo Chigi ha deliberato uno stanziamento di 200 milioni di euro per istituire un fondo nazionale legato al reddito energetico. Il Sottosegretario alla Presidenza del Consiglio Riccardo Fraccaro ha comunicato che il reddito energetico consentirà ai cittadini a basso reddito di installare i pannelli fotovoltaici a costo zero, per autoprodurre energia elettrica usando come fonte di energia rinnovabile l’energia solare. Si attende un decreto attuativo che dettagli le modalità per usufruire del reddito energetico, che si pone come misura per combattere la povertà energetica e soprattutto per incentivare le fonti di energia rinnovabile, facendo del bene all’ambiente.

Questa idea prende spunto da un’esperienza già realizzata con esito positivo in Sardegna: nel 2019 nel Comune di Porto Torres è stato istituito dall’amministrazione comunale, in collaborazione con il GSE, un Fondo rotativo per finanziare l’installazione gratuita di pannelli fotovoltaici a favore delle fasce meno abbienti.  Le famiglie selezionate hanno potuto così acquistare in comodato piccoli impianti solari (<20 kW di potenza). Questo ha permesso ai cittadini di autoprodurre la propria energia elettrica e al Comune di avere un surplus di produzione di energia in rete.

La misura a favore del fotovoltaico e della famiglie a basso reddito si aggiunge alle altre previste dal Decreto Rilancio, che deve essere tramutato in decreto attuativo e che sarà accompagnato da alcune specifiche dell’Agenzia delle Entrate. Il Decreto Rilancio infatti prevede che l’installazione di impianti fotovoltaici o colonnine di ricarica per veicoli elettrici possa essere realizzato con il bonus 110% solo se congiuntamente ad uno degli altri macro – interventi (cappotto, sostituzione impianto secondo le specifiche indicate dal decreto); senza di essi, il fotovoltaico può usufruire solo della detrazione fiscale al 65%. Nel caso del bonus 110%, sarà possibile installare e detrarre anche l’accumulatore di energia, collegabile agli impianto fotovoltaico.

Per approfondire il tema del fotovoltaico trovi numerosi testi interessanti sul sito della Feltrinelli, cliccando qui.

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Economia circolare, Eventi green, Innovazione, Lifestyle, Verde

Bonus “donne in campo” per sostenere le imprenditrici agricole

Foto di lumix2004 da Pixabay

E’ stato approvato un fondo di sostegno per le imprenditrici agricole, di importo pari a 15 milioni di euro per garantire mutui a tasso zero, fino a 300.000 euro, previsto dalla Legge di Bilancio 2020.

In Italia ci sono oltre 200.000 aziende agricole guidate da donne e si tratta quindi di un provvedimento importante per sostenerle e incoraggiarle. Le donne sono spesso portatrici di innovazione e sperimentazione, pur valorizzando la tutela della tradizione e della biodiversità. Anche il mondo del vino è sempre più “al femminile”. Il sostegno alle imprenditrici agricole contribuisce a combattere gli stereotipi di genere.

Tra i numerosi esempi di innovazione al femminile ricordiamo per esempio Color Off, di Sandra Quarantini, start up per la coltivazione e lavorazione biologica di tintura da fibre naturali. Erika Pedrini a Trento ha ideato una cantina in verticale dove produce vini ottenuti da vitigni resistenti alle malattie, che eliminano del tutto o quasi l’uso di trattamenti. Mi Green Food di Milena Mastropierro, pugliese, produce microortaggi, plantule commestibili di specie orticole (vedi il sito).

Non dimentichiamo inoltre l’esperienza delle due donne che hanno ricavato un tessuto dalla bucce d’arancia: Orange Fiber S.r.l. è una PMI innovativa italiana fondata nel 2014 da Adriana Santanocito ed Enrica Arena, che ha sviluppato e brevettato un innovativo processo produttivo per creare tessuti sostenibili a partire dagli agrumi (per saperne di più consulta il sito di Orange Fiber).

Per approfondire il tema dell’impegno femminile in agricoltura vi consiglio questo libro: “L’agricoltura vista con gli occhi di una donna” di Valentina Sclafani. Per analizzare un punto di vista diverso dal solito, scoprire una storia di successo e riflettere sulla discriminazione a cui spesso sono sottoposte le donne che conducono imprese agricole, viste solitamente come un baluardo di competenza maschile.

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Architettura, Economia circolare, Efficienza energetica, Innovazione, Rifiuti

Tecnologia stratificata a secco: perché conviene?

La tecnologia stratificata a secco è conosciuta anche come tecnologia S/R (o Struttura/Rivestimento). La tecnologia stratificata a secco comprende solitamente un involucro esterno, stratificazioni di intercapedine isolata esterna, struttura portante, stratificazioni di intercapedine isolata interna, involucro interno. Nelle intercapedini intermedie vengono disposti isolanti termo-acustici o materiali inibitori d’incendio, a seconda della prestazione richiesta. La differenziazione fisica di questi strati senza utilizzo di leganti (salvo alcune necessarie connessioni) permette di “evitare coazioni statiche, ponti termici e acustici, dilatazioni termiche dannose, vulnerabilità nei confronti dell’incendio” (cit. Imperadori M., “La progettazione con tecnologia stratificata a secco“). Di solito la struttura è realizzata in acciaio o in legno, ma talvolta anche in calcestruzzo armato.

La tecnologia stratificata a secco può essere vista come una specie di “meccano kit”, che prende origine da alcune esperienze costruttive dei Paesi nordici. Esistono alcuni esempi di tecnologia a secco in natura: per esempio le vespe realizzano dei leggeri nidi in carta, costituiti da cellette esagonali; anche le cosiddette “architetture senza architetti”, quali esempi di architettura vernacolare (capanna camune, pinneddu, palafitta, yurta, trabucco, trullo) sono esempi di tecnologia a secco semplice, con strutture completamente smontabili.

La tecnologia stratificata a secco presenta alcuni indubbi vantaggi:

  • massima libertà architettonica del progettista e definizione progettuale
  • differenziazione e miglioramento prestazionale
  • costituzione di pacchetti tecnologici
  • indipendenza funzionale
  • ottimizzazione delle risorse per la costruzione
  • riduzione dei tempi di costruzione e ottimizzazione delle fasi di processo
  • ispezionabilità della costruzione in caso di guasto
  • assemblabilità e smontabilità
  • impatto ambientale sostenibile: possibilità di recupero dei materiali in caso di smantellamento della costruzione, con possibilità di dividere e differenziare i rifiuti da demolizione, pensando ove possibile ad un loro recupero o riciclaggio
  • riduzione dei costi di costruzione

La tecnologia stratificata a secco si può utilizzare sia per le strutture verticali, come i muri, sia per le strutture orizzontali, come i solai. Esistono oggi molte aziende utilizzano la tecnologia a secco. Vanoncini è per esempio un’impresa che costruisce con questo metodo, avendo anche al suo attivo numerosi esempi di edilizia sostenibile (clicca qui per visitare il sito). Tolin è invece un’azienda specializzata nella posa di parquet a secco, su sabbia. Questa soluzione ha il grande vantaggio di essere ispezionabile in caso di guasto. Un’ottima soluzione in caso di scelte progettuali orientate alla bioedilizia (clicca qui per visitare il sito)

Per approfondire la progettazione con tecnologia stratificata a secco vi consiglio un testo molto specifico: “Active house. Progettazione e innovazione con tecnologie di costruzione stratificata a secco” di Marco Imperadori. Nel libro sono ben esplicitati i vantaggi di questa tecnologia, e il testo è un’ottima guida per la progettazione per tutti i tecnici del settore, ma anche per i privati che vogliono aumentare le loro conoscenze in merito.

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Architettura, Biomimesi, Economia circolare, Innovazione

Architettura e biomimesi: la natura come risorsa per il progetto

Nella progettazione ecosostenibile ogni disegno, calcolo o idea non può essere svincolata dal contesto in cui si collocherà. I singoli elementi di un’architettura sono in costante relazione con ciò che sta loro intorno, con cui dialogano e si relazionano. Il “sistema edificio” interagisce con altri sistemi, naturali ed artificiali; ogni costruzione è un frammento di paesaggio e contribuisce a modificarlo. Attraverso la biomimesi il progettista ha il compito di mantenere un equilibrio con la natura e il territorio e di valorizzarli. La biomimesi è l’innovazione sostenibile ispirata alla natura.

ARCHITETTURA, BIOMIMESI, SISTEMICA
Edificio e albero come sistemi. Frattali e biomimesi

La sistemica, intesa come concetti, principi, applicazioni e metodi basati sul concetto di sistema, è stata spesso citata in relazione all’architettura: il sistema – edificio viene scomposto in elementi tecnologici e subsistemi per migliore identificazione degli stessi.

Ma la presenza di una gerarchia e di un’organizzazione complessa e matematica si ritrova anche in natura, ove ricorrono elementi quali la serialità e la modularità, oltre che l’evoluzione di queste. Ad esempio, gli studi sui frattali, sulle crescite logaritmiche, sulla serie di numeri (es. Fibonacci), sono in grado di descrivere forme e fenomeni presenti in natura. I frattali sono caratterizzati dall’autosimilarità e dal “closest packaging”, ovvero dalla presenza di massima efficienza in uno spazio minuscolo.

La biomimesi è l’applicazione di principi presenti in natura a tecnologie e campi molto diversi da quello naturale. I frattali sono espressione, ad esempio, della presenza in natura di un abaco di strutture base combinabili, che come afferma Pearce genera “minimum inventory, maximum diversity”; ciò costituisce un’analogia con gli elementi modulari presenti nelle architetture costruite, siano essi parti di edificio, quartieri o città.

Città ed architettura come sistemi dinamici
La città stessa è un sistema, che può essere gestito in maniera top–down (dall’alto) o secondo un approccio bottom–up (dal basso). Gli stessi tipi di approcci si ritrovano nella progettazione biomimetica: partire da un’esigenza “in alto” per trovare strategie utili per un progetto, oppure partire dall’osservazione “in basso” di ciò che già esiste per comprendere come produrre qualcosa di nuovo.

La città è un sistema aperto molto complesso, in cui gli input sono l’energia, i materiali e l’informazione e gli output altra informazione – pura o incorporata in altri materiali – e rifiuti in molte forme diverse. Quello che fa la differenza con la situazione passata è la drammatica crescita della quantità di input e, di conseguenza, di output: dovuti entrambi al progresso tecnologico ed alla disponibilità di energia, non percepita come risorsa scarsa
(tratto da F.M. Butera, Dalla caverna alla casa ecologica. Storia del comfort e dell’energia, Edizioni Ambiente, Milano, 2007).

ARCHITETTURE ADATTIVE. IL GIARDINO PLANETARIO
Adattività e resilienza

Gilles Clément sintetizza con l’immagine dei “vacuoli territoriali” il tessuto urbano ed edilizio: la città e la singola costruzione possono evolvere nel tempo, ampliandosi o riducendosi, prevedendo il passaggio di flussi di energia o materia. Nel sistema di ritrovano una serie di cicli, che richiamano i cicli naturali, tesi all’ottimizzazione delle risorse e alla massimizzazione dell’efficienza.

Come sistema dinamico, l’edificio è necessariamente soggetto all’azione del tempo, degli agenti atmosferici, ad azioni esterne oltre che interne, con le quali è in continua relazione, per il mantenimento di un certo equilibrio. L’adattività di un sistema, ovvero la sua capacità di reagire al cambiamento, conferisce allo stesso resilienza (ovvero resistenza al variare delle condizioni esterne). Sia in campo biologico (come sperimentato nel processo evolutivo delle specie), sia in campo architettonico.

Rete come integrazione tra naturale ed artificiale
Fritjof Capra, fondatore del Center for Ecoliteracy, sottolinea l’esistenza in natura di reti e connessioni tra diversi sistemi (“nested systems”), di cicli, di flussi, di bilancio dinamico. Tutti elementi applicabili anche agli edifici, che costituiscono analogie tra il mondo naturale e quello artificiale.

Il ruolo del progettista ecosostenibile è promuovere l’integrazione tra il sistema naturale e quello costruito, l’interazione dei cicli, il funzionamento della rete.

Il “giardino planetario” teorizzato da Clément, inteso come principio di valorizzazione della diversità presente in natura per garantire il futuro del pianeta, costituisce fonte inesauribile di ricchezza e di idee anche per le nuove tecnologie, creando spazio per la progettazione biomimetica.

Per approfondire tematiche green trovi tantissimi libri sul sito della Feltrinelli, cliccando qui.

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Un futuro ecosostenibile: l’unico possibile, da progettare ora

Fonte immagine:  “forest” by barnyz is licensed under CC BY-NC-ND 2.0 

Oggi voglio condividere con voi una bella riflessione.

“Ci siamo addormentati in un mondo, e ci siamo svegliati in un altro. Improvvisamente Disney è fuori dalla magia, Parigi non è più romantica, New York non si alza più in piedi, il muro cinese non è più una fortezza, e la Mecca è vuota.
Abbracci e baci diventano improvvisamente armi, e non visitare genitori e amici diventa un atto d’amore.
Improvvisamente ti rendi conto che il potere, la bellezza e il denaro non hanno valore e non riescono a prenderti l’ossigeno per cui stai combattendo.
Il mondo continua la sua vita ed è bellissimo. Mette solo gli esseri umani in gabbie. Penso che ci stia inviando un messaggio: “Non sei necessario. L’aria, la terra, l’acqua e il cielo senza di te stanno bene. Quando tornate, ricordate che siete miei ospiti. Non i miei padroni”

Cosa ne pensate? Io sono molto colpita, e credo che dovrebbe essere di stimolo per tutti noi. Questa momentanea (si spera) crisi deve indurci a capire che la sostenibilità va messa in pratica, non accantonata in un angolo: il progresso senza rispetto, empatia e cura dell’ambiente non è nulla. Perché noi siamo parte della natura e il nostro benessere è strettamente collegato ad essa. Gli uomini e le donne “con la memoria corta” che vedono nella specie umana una condizione di superiorità rispetto alla natura si sbagliano. Solo un approccio di tipo biofilico, “amico dell’ambiente” e lungimirante, parsimonioso in termini di risorse e rispettoso dell’esistente può permetterci di andare avanti. Diversamente, la selezione naturale di Darwin agisce, La natura fa il suo corso indisturbata, e ci fa capire chi comanda.

Serviranno le nostre migliori risorse per costruire un futuro fatto di rigenerazione di ciò che si è indebolito e distrutto, ove possibile, e di costruzione di qualcosa di resiliente e innovativo, ecosostenibile e integrato con l’ambiente. E’ l’unico futuro possibile.

Nel frattempo, vi segnalo che ho scritto un racconto scaricabile gratuitamente cliccando qui : è a tema ecologico ed appartiene alla Collana Eco-storie, per bambini (4-12 anni). In questo caso è ambientato “ai tempi del #Coronavirus”. Il titolo è “Anna e il balcone”! 
Cliccando su “Aggiungi al carrello”, “Visualizza carrello” e poi su “Concludi ordine”, registrandosi, potrete scaricare gratis il PDF.
Se avete piacere, potete lasciare anche un commento su “recensioni”!

Se poi non sapete come organizzare la vostra giornata, che magari adesso vi sembra vuota, trovate proposte per tutti i gusti sul sito di Feltrinelli, dove c’è anche una piccola guida all’#iorestoacasa (clicca qui)

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