Architettura, Biomimesi, Economia circolare, Efficienza energetica, Rifiuti

Il processo di ideazione di un progetto ecosostenibile

Foto di Picography da Pixabay

La ricerca di una progettazione “ecosostenibile”, ovvero ecologicamente orientata, che determini una pressione antropica tollerabile sul territorio, è una tendenza relativamente recente, che ha visto la sua progressiva evoluzione attraverso i concetti di “progettazione a risparmio energetico”, “ecologia” e “sostenibilità”. Si rivela come un tipo di progetto complessa da cui non si può più prescindere. Un approccio integrale che deve essereconsiderato a partire dall’ideazione, dalla fase embrionale del progetto, non solo a coronamento di un intervento già completato.

ANALISI DEL SITO

Input per il progetto ecosostenibile

Un progetto che voglia definirsi ecosostenibile deve basarsi su un’approfondita analisi del sito di progetto. Questo sottintende la considerazione di fattori non solo di tipo climatico (clima igrotermico, precipitazioni, disponibilità di fonti di energia rinnovabili, disponibilità di luce naturale, clima acustico, presenza di campi elettromagnetici), ma anche di fattori di tipo ambientale (aria, acqua superficiale, suolo, sottosuolo e acqua potabile, ambiente naturale ed ecosistemi paesaggio, aspetti storico – tipologici, traffico e viabilità, contesto socio–economico), che variano a seconda della posizione del sito stesso.

La posizione si individua mediante le coordinate geografiche (latitudine, longitudine, altitudine), in riferimento ai punti cardinali (nord, sud, ovest, est). I fattori climatici e ambientali possono essere analizzati a diverse scale: alla macroscala urbana, alla scala insediativa oppure alla scala di edificio. Ulteriore dato di input del progetto sono, naturalmente, le esigenze dell’utenza che usufruirà del progetto.

UN PROCESSO CICLICO

Concept, verifica dei requisiti di progetto, variazione del concept, ulteriore verifica, validazione

I dati di input individuati con l’analisi in fase di metaprogetto portano all’elaborazione di un concept, ovvero di un’idea base, che deve essere compatibile con l’analisi stessa del sito e delle esigenze di progetto. Qualora qualche parametro non risulti coerente con il concept, questo deve essere rimesso in discussione, fino al completo soddisfacimento di tutti i requisiti. Si tratta dunque di un processo iterativo, di continua verifica e variazione, finché il progetto può essere considerato definitivo.

Trasferimento di principi biologici all’architettura: biomimesi

La ciclicità di processo è elemento presente in natura ed avvicina maggiormente il progetto architettonico all’integrazione nell’ambiente ed a principi ecologici. I processi naturali si basano su cicli di ottimizzazione delle risorse e minimizzazione dei consumi, che possono essere trasferiti all’ambito architettonico ed applicati al progetto. Il trasferimento di principi biologici ad ambiti tecnologici artificiali, come l’architettura, è un processo di tipo biomimetico. La biomimesi utilizza infatti come fonte di ispirazione il mondo naturale, per applicare strategie e principi base ad altri ambiti.

UNA CONCEZIONE CRADLE–TO–CRADLE

Non più edifici “dalla culla alla tomba”

La progettazione ecosostenibile si basa sul principio “cradle–to–cradle” (“dalla culla alla culla”), teorizzato da William McDonough, in contrapposizione al sistema “cradle–to–grave” (“dalla culla alla tomba”), prevedendo l’eliminazione del concetto di rifiuto: ogni risorsa usata nel costruito può essere riutilizzata o divenire parte di un altro processo, così come in natura ogni rifiuto diventa fonte per alimentare un altro processo, mediante cicli.

Life Cycle Assessment. Edifici come alberi

La valutazione dell’LCA (Life Cycle Assessment) di un edificio è proprio questo: ottimizzazione delle risorse utilizzate e progettazione dell’intero ciclo di vita dell’edificio, prevedendone non solo la fase di utilizzo e manutenzione, ma anche una dismissione ecologica che non produca rifiuti. McDonough paragona gli edifici ad alberi, sottolineando come essi differiscano a seconda della fascia climatica. Gli alberi sono parte di ecosistemi e di cicli: allo stesso modo il costruito dovrebbe mantenere un equilibrio con l’ambiente circostante, coerente ed efficiente.

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Architettura, Biomimesi, Economia circolare, Innovazione

Architettura e biomimesi: la natura come risorsa per il progetto

Nella progettazione ecosostenibile ogni disegno, calcolo o idea non può essere svincolata dal contesto in cui si collocherà. I singoli elementi di un’architettura sono in costante relazione con ciò che sta loro intorno, con cui dialogano e si relazionano. Il “sistema edificio” interagisce con altri sistemi, naturali ed artificiali; ogni costruzione è un frammento di paesaggio e contribuisce a modificarlo. Attraverso la biomimesi il progettista ha il compito di mantenere un equilibrio con la natura e il territorio e di valorizzarli. La biomimesi è l’innovazione sostenibile ispirata alla natura.

ARCHITETTURA, BIOMIMESI, SISTEMICA
Edificio e albero come sistemi. Frattali e biomimesi

La sistemica, intesa come concetti, principi, applicazioni e metodi basati sul concetto di sistema, è stata spesso citata in relazione all’architettura: il sistema – edificio viene scomposto in elementi tecnologici e subsistemi per migliore identificazione degli stessi.

Ma la presenza di una gerarchia e di un’organizzazione complessa e matematica si ritrova anche in natura, ove ricorrono elementi quali la serialità e la modularità, oltre che l’evoluzione di queste. Ad esempio, gli studi sui frattali, sulle crescite logaritmiche, sulla serie di numeri (es. Fibonacci), sono in grado di descrivere forme e fenomeni presenti in natura. I frattali sono caratterizzati dall’autosimilarità e dal “closest packaging”, ovvero dalla presenza di massima efficienza in uno spazio minuscolo.

La biomimesi è l’applicazione di principi presenti in natura a tecnologie e campi molto diversi da quello naturale. I frattali sono espressione, ad esempio, della presenza in natura di un abaco di strutture base combinabili, che come afferma Pearce genera “minimum inventory, maximum diversity”; ciò costituisce un’analogia con gli elementi modulari presenti nelle architetture costruite, siano essi parti di edificio, quartieri o città.

Città ed architettura come sistemi dinamici
La città stessa è un sistema, che può essere gestito in maniera top–down (dall’alto) o secondo un approccio bottom–up (dal basso). Gli stessi tipi di approcci si ritrovano nella progettazione biomimetica: partire da un’esigenza “in alto” per trovare strategie utili per un progetto, oppure partire dall’osservazione “in basso” di ciò che già esiste per comprendere come produrre qualcosa di nuovo.

La città è un sistema aperto molto complesso, in cui gli input sono l’energia, i materiali e l’informazione e gli output altra informazione – pura o incorporata in altri materiali – e rifiuti in molte forme diverse. Quello che fa la differenza con la situazione passata è la drammatica crescita della quantità di input e, di conseguenza, di output: dovuti entrambi al progresso tecnologico ed alla disponibilità di energia, non percepita come risorsa scarsa
(tratto da F.M. Butera, Dalla caverna alla casa ecologica. Storia del comfort e dell’energia, Edizioni Ambiente, Milano, 2007).

ARCHITETTURE ADATTIVE. IL GIARDINO PLANETARIO
Adattività e resilienza

Gilles Clément sintetizza con l’immagine dei “vacuoli territoriali” il tessuto urbano ed edilizio: la città e la singola costruzione possono evolvere nel tempo, ampliandosi o riducendosi, prevedendo il passaggio di flussi di energia o materia. Nel sistema di ritrovano una serie di cicli, che richiamano i cicli naturali, tesi all’ottimizzazione delle risorse e alla massimizzazione dell’efficienza.

Come sistema dinamico, l’edificio è necessariamente soggetto all’azione del tempo, degli agenti atmosferici, ad azioni esterne oltre che interne, con le quali è in continua relazione, per il mantenimento di un certo equilibrio. L’adattività di un sistema, ovvero la sua capacità di reagire al cambiamento, conferisce allo stesso resilienza (ovvero resistenza al variare delle condizioni esterne). Sia in campo biologico (come sperimentato nel processo evolutivo delle specie), sia in campo architettonico.

Rete come integrazione tra naturale ed artificiale
Fritjof Capra, fondatore del Center for Ecoliteracy, sottolinea l’esistenza in natura di reti e connessioni tra diversi sistemi (“nested systems”), di cicli, di flussi, di bilancio dinamico. Tutti elementi applicabili anche agli edifici, che costituiscono analogie tra il mondo naturale e quello artificiale.

Il ruolo del progettista ecosostenibile è promuovere l’integrazione tra il sistema naturale e quello costruito, l’interazione dei cicli, il funzionamento della rete.

Il “giardino planetario” teorizzato da Clément, inteso come principio di valorizzazione della diversità presente in natura per garantire il futuro del pianeta, costituisce fonte inesauribile di ricchezza e di idee anche per le nuove tecnologie, creando spazio per la progettazione biomimetica.

Per approfondire tematiche green trovi tantissimi libri sul sito della Feltrinelli, cliccando qui.

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Cambiamento climatico, Economia circolare, Innovazione, Mobilità sostenibile, sviluppo sostenibile

In arrivo bonus bicicletta e monopattino

“Bycicle Land” by photosam88 is licensed under CC BY 2.0 

E’ in arrivo un nuovo provvedimento del governo per favorire la mobilità sostenibile: si prevede l’erogazione di un bonus per l’acquisto di una bicicletta o di un monopattino elettrico, che dovrebbe coprire il 65-70% del costo sostenuto, fino a 500 euro. Si prevede una dotazione di circa 120-125 milioni di euro per finanziare un’ottima iniziativa che ha lo scopo di incentivare lo spostamento in modo ecologico ed economico, decongestionando il traffico urbano. La ministra Paola De Micheli vorrebbe finanziare anche l’acquisto di biciclette a pedalata assistita e di “veicoli per la mobilità personale a propulsione prevalentemente elettrica”.

Il buono per la “mobilità alternativa” sarà destinato probabilmente a città metropolitane e aree urbane con più di 45.000 abitanti. Sono possibili due metodi di erogazione del bonus, ancora da decidere: uno prevede il rimborso della spesa effettuata dagli acquirenti di bici e monopattini, l’altro il rimborso dei venditori degli stessi. Il bonus non sarà legato a limiti di reddito, dunque sarà utilizzabile da tutti.

Un provvedimento utilissimo che mi auguro entri in vigore al più presto, soprattutto nei capoluoghi afflitti dallo smog urbano. Auspico che si diffondano sempre di più anche eventi di promozione dell’utilizzo della bicicletta, per sensibilizzare l’opinione pubblica e per parlare anche di regole e sicurezza sulle strade. Per chi vuole approfondire questa tematica segnalo il sito della FIAB (Federazione Italiana Ambiente e Bicicletta).

Ci sono già molte città europee che utilizzano i monopattini elettrici: basti pensare a Stoccolma, dove il monopattino è di comune utilizzo; ne ho visto già qualcuno girare a Milano, sintomo che il capoluogo lombardo sta crescendo in modo esponenziale con un’influenza europea e sempre più internazionale.

La scelta di una mobilità dolce e green è l’unico modo per progettare un futuro ecosostenibile post pandemia, ricostruendo una realtà basata sull’economia circolare e sulla condivisione e la valorizzazione di buone pratiche ecologiche.

Se volete approfondire il tema della mobilità sostenibile, sul sito della Feltrinelli trovate numerose proposte!

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Economia circolare, Eventi green, Innovazione

Come cambierà l’European Green Deal alla luce della pandemia?

Ho partecipato poco fa ad un interessante webinar organizzato da Italian Exhibition Group, organizzatore della Fiera Ecomondo di Rimini, per discutere di opportunità e difficoltà della crescita economica sostenibile europea. Ricordo che la fiera Ecomondo si terrà a Rimini dal 3 al 6 novembre 2020 nel quartiere fieristico di Rimini.

Il Green New Deal è stato al centro del dibattito negli ultimi mesi e oggetto di riflessione a livello globale, non solo nazionale. Lanciato da Ursula von der Leyen per avere un’Europa 2050 carbon neutral, potrà essere portato avanti? Tra gli ospiti intervenuti l’Ing. Prof. Fabio Fava (Università degli Studi di Bologna), l’On. Bonafede, On. Murassut, nonchè Dott. Edo Ronchi (Presidente Fondazione Sviluppo Sostenibile).

Di seguito una sintesi dei contributi.

E’ molto evidente come l‘ambiente si sta riprendendo spazi perduti, dandoci modo di riflettere sullo splendore dell’ambiente non affetto dal contributo antropico. Una sensibilità importante è alla base dell’implementazione dell’innovazione e del New Green Deal, ma occorre fornire informazione qualificata e autorevole per spiegare il New Deal.

Il rischio è di passare dall’emergenza sanitaria a quella climatica. E’ quindi importante pensare ad un Green New Deal che rilanci l’economia green nei nostri Paesi. Si tratta di un piano di azione con linee guida che ci porteranno alla neutralità climatica; tutti i settori della conoscenza umana sono coinvolti e importanti. La neutralità climatica si interfaccia soprattutto con la mobilità e con il patrimonio edilizio datato europeo, due settori in cui è urgente un’azione sostenibile, senza trascurare il settore agro-alimentare. Due provvedimenti legislativi presi sono per ora la Climate law e il Just Transition Fund; in atto anche una strategia industriale europea e un piano per l’economia circolare, da declinare in leggi.

Dovremo convivere per un periodo imprecisato con la necessità di ricostruzione del Paese, mettendo in atto soluzioni efficaci da subito. Un tema importante è anche quello della mobilità pubblica e privata: le persone si sposteranno maggiormente con i mezzi privati; occorrerà introdurre elementi di incentivo del trasporto pubblico e della mobilità sostenibile.

Non bisogna dimenticare il tema dei rifiuti: le mascherine e i rifiuti che provengono da abitazioni di soggetti malati o da strutture sanitarie sono da considerarsi rifiuti indifferenziati, detrrminando un incremento del peso sulle discariche, rendendo più stringente il tema dell’impiantistica sul ciclo dei rifiuti. Urge inoltre una generale semplificazione delle attività green, tra cui il riciclo dei rifiuti. Parlando di riciclaggio dei rifiuti, questi hanno difficoltà a trovare sbocchi di mercato: va rivitalizzata la filiera del riciclo. Forse occorre introdurre a livello produttivo quote obbligatorie di materiali che provengono dal riciclo dei rifiuti...

Sul tema dell’energia, si va verso una transizione energetica da potenziare; si richiederà un aumento di installazione di colonnine per l’energia elettrica e ci sarà una commissione di analisi di impianti per le energie rinnovabili (solare fotovoltaico, eolico, ecc.) per accelerare il raggiungimento della neutralità climatica. Sul tema della riqualificazione energetica degli edifici, uscirà a breve un decreto per incentivare gli interventi di questo tipo, prevedendo un superbonus del 110%. Ha senso soprattutto se utilizzato su interventi di carattere green e se ha anche un‘evidenza sociale e viene utilizzato nei luoghi di maggiore sofferenza. Per le città bisogna puntare soprattutto al riutilizzo del suolo esistente, alla riqualificazione energetica degli isolati e di porzioni di città.

E’ stato sottoscritto da poco tempo un manifesto da parte di più di cento imprese italiane per puntare verso un Green New Deal anche nella realtà industriale; è importante che si faccia sentire questa voce.

Uno studio di economisti di fama mondiale, pubblicato il 5 maggio, fa presente che in 300 provvedimenti presi dai governo del G20 durante la pandemia (comprendendo anche i paesi europei sostenitori del New Deal) sono state mobilitate molte risorse pubbliche, pari a 7,3 miliardi di dollari in aprile, ma: il 4% sono green, il 4% sono brown, il 92% sono colourless. Ciò significa rifinanziare lo scenario “business as usual”. Ovviamente questo rischia di provocare una precipitazione della crisi climatica. Quale peso economico hanno dunque le scelte green fatte rispetto al totale delle scelte effettuate? Non va bene conservare lo status quo. Importante anche la qualità trasversale di tutto il pacchetto di misure prese.

Il processo di adozione del Green Deal è stato rallentato a causa della pandemia. Ma bisogna puntare ad una ricostruzione, puntando alla chiarezza su alcune scelte importanti di settore, creando convenienza economica per gli interventi virtuosi di risparmio energetico e riqualificazione da incentivare, o abbassamenti delle imposte per l’utilizzo di soluzione tecnologiche innovative di edificio e di quartiere, puntando alla coesione sociale.

Se vuoi approfondire le tematiche legate all’edilizia ecosostenibile puoi trovare numerosi testi sul sito della Feltrinelli, cliccando qui.

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Architettura, Economia circolare, Efficienza energetica, Innovazione

10 buoni motivi per investire in edilizia ecosostenibile

Ci sono numerosi motivi per investire nell’edilizia ecosostenibile e nel risparmio energetico. Ci avete mai pensato? Eccone qualcuno.

  1. A giorni in Italia uscirà un nuovo decreto che aiuterà gli operatori del settore alla diffusione di buone pratiche di efficienza energetica, incoraggiando i cittadini ad effettuare interventi di miglioramento energetico dei propri immobili. Si parla addirittura di detrazioni fiscali pari al 120%, che permetterebbero di ripagare l’intero costo della ristrutturazione, guadagnandoci pure.

2. Indipendentemente dal nuovo decreto, esistono già numerose detrazioni fiscali per chi effettua interventi di miglioramento energetico del proprio edificio, di cui vi ho parlato diffusamente in questo articolo e in quest’altro.

3. L’edilizia ecosostenibile non è solo risparmio energetico, ed è attenta soprattutto alla salubrità dell’edificio, puntando il più possibile all’utilizzo di materiali naturali e certificati, che non rilascino sostanze nocive all’interno dell’immobile.

4. L’edilizia ecosostenibile è realmente amica dell’ambiente e parte da una rigenerazione del tessuto urbano, procedendo per progressive riqualificazioni di immobili esistenti, prima ancora di concretizzarsi nella costruzione di edifici ex novo, in quanto l’attenzione al consumo di suolo è prioritaria.

5. Un progetto ecosostenibile è attento alla previsione di future modifiche dell’immobile e viene realizzato in funzione di futuri possibili rinnovamenti o smantellamenti dei locali, pensando anche a come smaltire nel modo migliore i materiali utilizzati.

6. L’edilizia ecosostenibile mette al primo posto le esigenze dell’utente, compatibilmente con quelle dell’ambiente: punta a massimizzare il comfort, sulla base dei bisogni pregressi.

7. L’edilizia ecosostenibile costa il giusto rispetto a ciò che offre: una maggiore attenzione alla certificazione dei materiali, alla cura della qualità della posa in opera, all’attenzione allo smaltimento corretto dei rifiuti.

8. L’edilizia ecosostenibile minimizza l’impatto sull’ambiente, integrandosi con l’esistente e favorendo l’implementazione di spazi verdi esterni e interni all’edificio, permettendo all’utente di riappropriarsi di quello slancio biofilico che caratterizza la specie umana, spesso dimenticato.

9. Nell’ottica di un economia circolare, l’utilizzo di materiali di riciclo o la progettazione del riutilizzo degli scarti o dei rifiuti del costruito costituisce un valore aggiunto a cui è opportuno pensare: il rifiuto diventa risorsa che vive nuova vita e costruisce il futuro.

10. Una progettazione ecosostenibile in un’ottica bioclimatica parte dall’analisi dei dati climatico-ambientali di un sito o di un edificio esistente, puntando alla minimizzazione e all’ottimizzazione dell’utilizzo degli impianti, che possono e devono essere combinati con contributi di tipo passivo dati dal clima di riferimento. Questo si ripercuote in una minimizzazione dei costi di gestione dell’edificio, e grazie all’utilizzo di fonti di energia rinnovabili può consentire anche un guadagno economico a lungo termine, grazie all’ autoproduzione di energia.

Se vuoi progettare la tua casa, esistente o nuova, secondo criteri di edilizia ecosostenibile, mandami subito una mail: info@vivattiva.eu. Ti risponderò appena possibile.

Se invece vuoi approfondire le tematiche legate all’edilizia ecosostenibile puoi come sempre trovare numerosi testi sul sito della Feltrinelli, cliccando qui.

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Economia circolare, Innovazione, sviluppo sostenibile, Verde

Greenwashing? No, grazie!

Avrete spesso sentito parlare di “greenwashing”. Si tratta di una serie di comportamenti, messi in atto a un ente o da un’azienda, atti a testimoniare un impegno nell’ecologia, nella tutela dell’ambiente e nel risparmio energetico che in realtà non sono tali. Si tratta, in parole povere, di una specie di “copertura” per fare apparire ecologiche ed ecosostenibili realtà produttive o singoli prodotti che non lo sono. Sappiamo bene che il “green” è prima di tutto un impegno, che prevede il coinvolgimento e la messa in pratica di strategie di ottimizzazione delle risorse e minimizzazione delle sostanze inquinanti.

Il greenwashing può essere caratterizzato dalla semplice omissione di pratiche non sostenibili da parte di un’azienda, da vere e proprie false dichiarazioni, che possono essere dovute anche a comunicazioni esagerate o a marketing gonfiato” (tratto da “Green Branding” di Luca Grandosi)

Le conseguenze del greenwashing sono dannose per la stessa azienda, perchè provocano un danno di immagine e la diffusione di una cattiva reputazione. Ma sono dannose soprattutto per l’ambiente e per il settore dell’economia green, perché drogano il mercato con prodotti spacciati per sostenibili, che in realtà non lo sono.

I consumatori devono fare, dunque, molta attenzione, anche nella scelta di prodotti che siano rispettosi dell’ambiente in modo reale, e la cui messa sul mercato implichi processi produttivi realmente ecologici.

Per chi volesse approfondire la tematica del greenwashing, consiglio la lettura di questo articolo. Un video riassuntivo si trova invece a questo link di Instagram, dove trovate molti altri video che ho preparato per la serie “Green Words”.

Per approfondire invece la tematica della comunicazione ecosostenibile, consiglio la lettura del libro sopra citato, “Green Branding”, di L. Garosi,

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Biomimesi, Economia circolare, Eventi green, Innovazione, sviluppo sostenibile

Perché credere nell’economia circolare

Per ripartire ci può aiutare l’economia circolare? Certo che sì! L’economia circolare si basa sul concetto di ottimizzazione delle risorse e minimizzazione degli sprechi, e vede nel processo creativo e produttivo un qualcosa di ciclico, ispirato a ciò che avviene in natura. L’idea di un processo “cradle to cradle” (dalla culla alla culla) invece che “cradle to grave” (dalla culla alla tomba) è stata teorizzata da William Mac Donough: non bisogna progettare edifici, oggetti, processi produttivi fini a sè stessi che abbiano come output dei rifiuti, ma è opportuno utilizzare risorse e materiali riutilizzabili, riciclabili, che non creino sprechi. Quelli che sono considerati “rifiuti” possono divenire risorse per un nuovo progetto.

L’economia circolare è dunque “un continuo ciclo a sviluppo positivo, che preserva e valorizza il capitale naturale, ottimizza l’uso delle risorse e minimizza i rischi, gestendo al meglio risorse finite e flussi rinnovabili. E funziona su qualsiasi scala” (Ellen MacArthut Foundation).

L’idea di un processo iterativo, che si basa su continui miglioramenti e verifiche in modo ciclico è peraltro alla base della stessa progettazione ecosostenibile che avviene per esempio in edilizia. I cicli governano la natura, che vive in armonia e che si migliora continuamente.

L’applicazione dell’economia circolare può riguardare tutti gli ambiti dell’attività umana, ma richiede un’attenta azione di analisi e progettazione dello stato di fatto e dell’innovazione per il futuro, che non può prescindere da verifiche di tipo economico, sociale ed ambientale.

Ognuno di noi può farsi portavoce di principi di ecologia, riduzione degli sprechi, riutilizzo e riciclaggio, valorizzazione delle risorse, a partire dagli oggetti e dai materiali, passando per i processi produttivi e creativi, arrivando al capitale umano. Tutto il settore della green economy non aspetta altro che l’ingresso di nuovo personale specializzato in ecosostenibilità e gestione dei processi circolari, che potrebbe (perchè no?!) riconvertirsi anche provenendo da altri settori (per esempio quello dell’energia non rinnovabile, dei combustibili fossili). Numerosi posti di lavoro possono e devono essere generati per guidare una trasformazione dell’Italia e del mondo verso un futuro più green.

Trovi un video di approfondimento in cui parlo di economia circolare nella rubrica “Green Words”, sul mio profilo Instagram @vivattiva, cliccando qui.

Puntiamo tutto sull’economia circolare! Per approfondire i temi ambientali trovate numerosi testi sul sito della Feltrinelli, cliccando qui.

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Economia circolare, Innovazione, STEM

Sostieni il progetto #Shield19

La stampa 3d può essere molto utile in un momento di emergenza come quello che stiamo vivendo. Oggi vi segnalo una raccolta fondi a cui potete aderire per sostenere tutti coloro che combattono durante l’emergenza sanitaria in atto.

Yatta Lab (Milano), partner del progetto DigitaLO (Lodi), sta portando avanti un progetto per la realizzazione di visiere stampate con la stampa 3D. Queste visiere sono molto utili per tutto il personale medico e sanitario che lavora in luoghi ad alto rischio COVID-19. Le visiere sono da utilizzare in aggiunta ad altri sistemi di protezione e filtraggio come mascherine e occhiali.

Si chiamano “Shield19” e possono essere completate con materiali di facile reperibilità, anche in cartoleria, senza la necessità di pezzi di ricambio originali. Al 14 aprile il progetto ha già consegnato quasi 300 visiere, principalmente ad ospedali pubblici e personale sanitario in Lombardia. Il progetto Shield 19 ha coinvolto una rete di oltre 15 stampatori finora.

Le richieste sono molte; il progetto ha però necessità di reperire i materiali per il completamento delle visiere (fogli di acetato ed elastici in gomma) e ci sono dei costi di approvvigionamento per le bobine in PLA, oltre a quelli per i corrieri per il trasporto dei prodotti finiti.

Se volete sostenere il progetto, trovate qui la raccolta fondi: https://www.gofundme.com/f/shield19

Se qualcuno ha invece dei contatti a cui segnalare la disponibilità di visiere, potete contattare via mail l’indirizzo hello@yatta.xyz oppure telefonare al numero 347.8819923. Cliccando qui un interessante articolo in merito.

Per chi volesse aderire al progetto come maker, stampando le visiere, ecco il materiale open source per realizzare il progetto.

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22 aprile: Giornata Mondiale della Terra

Il 22 aprile si celebra la Giornata Mondiale della Terra. E’ molto importante ricordarcene, anche se tutti i giorni dovremmo essere rispettosi e amorevoli verso il nostro Pianeta. E’ indispensabile infatti modificare la nostra politica, la nostra economia e la nostra società dando un taglio più ecosostenibile alle nostre attività, pensando secondo una reale sostenibilità ed al futuro delle nuove generazioni. La natura ci sta mostrando in più modi che il nostro attuale stile di vita non è sostenibile dal Pianeta, e che la situazione ambientale merita di essere considerata anche in una situazione di emergenza.

Legambiente ci chiede oggi di partecipare ad un flashmob virtuale, condividendo un’immagine in cui abbracciamo la Terra o un mappamondo o facendo un disegno che la rappresenti. La foto può essere condivisa sui social utilizzando gli hashtag #Abbracciamola e #EarthDay . Ulteriore materiale per divulgare l’iniziativa è disponibile cliccando qui.

La situazione che stiamo vivendo deve spingerci a dirottare la nostra vita verso uno stile green, senza dimenticare l’emergenza climatica in corso, che è sempre sotto i nostri occhi e che merita la nostra immediata attenzione, al pari dell’emergenza sanitaria in atto.

Per approfondire le tematiche ambientali trovi numerosi libri sul sito della Feltrinelli, cliccando qui. Anche in vista del 25 aprile, Festa della Liberazione, sono presenti sul sito numerosi volumi di approfondimento.

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Un futuro ecosostenibile: l’unico possibile, da progettare ora

Fonte immagine:  “forest” by barnyz is licensed under CC BY-NC-ND 2.0 

Oggi voglio condividere con voi una bella riflessione.

“Ci siamo addormentati in un mondo, e ci siamo svegliati in un altro. Improvvisamente Disney è fuori dalla magia, Parigi non è più romantica, New York non si alza più in piedi, il muro cinese non è più una fortezza, e la Mecca è vuota.
Abbracci e baci diventano improvvisamente armi, e non visitare genitori e amici diventa un atto d’amore.
Improvvisamente ti rendi conto che il potere, la bellezza e il denaro non hanno valore e non riescono a prenderti l’ossigeno per cui stai combattendo.
Il mondo continua la sua vita ed è bellissimo. Mette solo gli esseri umani in gabbie. Penso che ci stia inviando un messaggio: “Non sei necessario. L’aria, la terra, l’acqua e il cielo senza di te stanno bene. Quando tornate, ricordate che siete miei ospiti. Non i miei padroni”

Cosa ne pensate? Io sono molto colpita, e credo che dovrebbe essere di stimolo per tutti noi. Questa momentanea (si spera) crisi deve indurci a capire che la sostenibilità va messa in pratica, non accantonata in un angolo: il progresso senza rispetto, empatia e cura dell’ambiente non è nulla. Perché noi siamo parte della natura e il nostro benessere è strettamente collegato ad essa. Gli uomini e le donne “con la memoria corta” che vedono nella specie umana una condizione di superiorità rispetto alla natura si sbagliano. Solo un approccio di tipo biofilico, “amico dell’ambiente” e lungimirante, parsimonioso in termini di risorse e rispettoso dell’esistente può permetterci di andare avanti. Diversamente, la selezione naturale di Darwin agisce, La natura fa il suo corso indisturbata, e ci fa capire chi comanda.

Serviranno le nostre migliori risorse per costruire un futuro fatto di rigenerazione di ciò che si è indebolito e distrutto, ove possibile, e di costruzione di qualcosa di resiliente e innovativo, ecosostenibile e integrato con l’ambiente. E’ l’unico futuro possibile.

Nel frattempo, vi segnalo che ho scritto un racconto scaricabile gratuitamente cliccando qui : è a tema ecologico ed appartiene alla Collana Eco-storie, per bambini (4-12 anni). In questo caso è ambientato “ai tempi del #Coronavirus”. Il titolo è “Anna e il balcone”! 
Cliccando su “Aggiungi al carrello”, “Visualizza carrello” e poi su “Concludi ordine”, registrandosi, potrete scaricare gratis il PDF.
Se avete piacere, potete lasciare anche un commento su “recensioni”!

Se poi non sapete come organizzare la vostra giornata, che magari adesso vi sembra vuota, trovate proposte per tutti i gusti sul sito di Feltrinelli, dove c’è anche una piccola guida all’#iorestoacasa (clicca qui)

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